TAKE ME HOME TONIGHT: recensione


Siamo nel 1988: Matt (Topher Grace) è un giovane laureato al M.I.T. che non trovando un occupazione degna del suo titolo di studio, fa il commesso in una videoteca. Un giorno in negozio entra Tori (Teresa Palmer), sua ex compagna di liceo della quale è sempre stato innamorato. Per risultare interessante ai suoi occhi, Matt mente sul suo lavoro dicendole di lavorare per la Goldman Sachs. Tori lo invita alla festa del Labour Day organizzata da Kyle (Chris Pratt), il fidanzato della sorella di Matt. Così, la sera Matt, sua sorella gemella Wendy (Anna Faris) ed il suo migliore amico Barry andranno alla festa, vivendo così la notte più bella della loro vita.
Dicono tutti che gli anni 80 sono un decennio da rivivere, fatto di bella musica, dalla moda stravagante e dal disimpegno. Take Me Home Tonight utilizza un anno di quel decennio per mostrare il rito di passaggio verso l'età adulta di un gruppo di adolescenti: qualcuno sognatore, qualcuno romantico e qualcuno disilluso. Un film paragonabile ai vari Breakfast Club, Sixteen Candles e Pretty in Pink: appunto film molto simili sul tema trattato che hanno fatto la fortuna di John Hughes e di questo genere.
Se vi aspettate che Take Me Home Tonight sia un cosiddetto instant classic da rivedere più e più volte, rimarrete un po' delusi: a parte l'ottima colonna sonora (ma come avevo detto: negli anni 80 la musica era bella) c'è ben poco. E questo, a noi dispiace molto, perché avevamo aspettative alte: siamo amanti degli anni 80, del loro mood e per questo ci aspettavamo un gran film.
Sugli interpreti ci sarebbe da aprire un capitolo a parte: Teresa Palmer è perfetta nel ruolo della bella della scuola, Topher Grace è poco credibile nei panni dello sfigato e Dan Fogler (l'interprete di Barry) è la brutta copia di Jack Black.
In conclusione Take Me Home Tonight è un film carino ma anche dimenticabile e, soprattutto, dotato di un buon potenziale non utilizzato.

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