A UN METRO DA TE: recensione



A un metro da te è un film che affronta un tema trattato da una miriade di film precedenti a lui: l'impossibilità del portare avanti una storia d'amore a causa di una grave patologia.
Will (Cole Sprouse) e Stella (Haley Lu Richardson) sono due ragazzi entrambi ammalati di fibrosi cistica. Dopo essersi conosciuti in ospedale ed innamorati, i due decidono di affrontare insieme le cure mediche per guarire. Però, la loro malattia li costringe a stare costantemente a due metri di distanza l'uno dall'altra. Il loro scopo sarà quello di riuscire ad avvicinarsi sempre di più per riuscire ad avere un contatto fisico.
A un metro da te ha chiara la sua intenzione ed il suo scopo già dalla prima scena: dare quella sensazione di normalità nonostante si stiano trattando temi delicati. Infatti, ad inizio film, Stella è nella stanza che conversa con le sue amiche come a voler far sembrare una normale giornata di chiacchiere. Ma quando le amiche escono, Stella recupera un flebo fuori campo rivelando di essere in un ospedale. Tutto questo sta a far pensare che nonostante una condizione fisica invalidante, il diritto di essere normali e fare una vita normale è una cosa preziosissima.
Da sottolineare l'ottima performance dei due attori protagonisti: non è facile trasmettere l'emotività necessaria a far sembrare credibile il ruolo che si interpreta. Vengono tutti e due dalla televisione, ma fanno la loro figura anche al cinema.
A un metro da te, però, ha anche un limite e non è un limite da poco: non sto parlando delle emozioni trasmesse dal film o dalle sue nobili intenzioni (che tra l'altro reggono il film per due terzi).
Il limite è quello di cadere nel melodramma scontato nella parte finale, riuscendo a far scomparire il realismo che aveva retto bene fino ad un momento prima.
A un metro da te è un teen-movie tutto sommato guadabile e non paragonabile ad altri del suo genere. Con qualche accorgimento in più sarebbe stato un prodotto adatto anche alle persone con qualche anno in più (e le potenzialità c'erano tutte).

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