JUSTICE LEAGUE: recensione


Justice League si collega a Batman v Superman: Dawn of Justice, film tanto criticato dai puristi soprattutto per la scelta di Ben Affleck per ricoprire il ruolo del Cavaliere Oscuro.
Alla morte di Superman (finale di Dawn of Justice), il mondo è nel caos più completo vista la perdita del suo difensore. Il tiranno Steppenwolf ne approfitta e va alla ricerca delle tre scatole madri, oggetti magici che combinati tra di loro possono fare cadere la Terra sotto il suo domino. Batman crea una squadra di supereroi formata da Wonder Woman, Flash, Cyborg ed Acquaman per sventare la minaccia. Ma ad un certo punto capisce che l'unico modo per sconfiggere Steppenwolf è quello di far resuscitare Superman.
Dopo un inizio che schiaccia a tavoletta sull'acceleratore, Justice League incomincia a rallentare sempre di più fino a fermarsi completamente. Se il tanto bistrattato Batman di Ben Affleck incomincia ad ingranare (ma attenzione, non paragonatelo a quello di Christian Bale: sarebbe impietoso), è sempre la Wonder Woman di Gael Gadot ad innalzare il livello qualitativo del film. Come sempre aggraziata ed impeccabile, dà l'idea di superiorità adatta al suo personaggio. A Flash toccano i momenti comici, sottotono Jason Momoa con Acquaman, non pervenuto Cyborg e, pesante come un macigno, l'assenza per quasi tutto il film di Superman.
Non ho una grandissima competenza in fatto di comics per paragonare l'universo DC a quello della Marvel. Però, posso sbilanciarmi dicendo che nonostante questo Justice League porti a casa un risultato decente con i suoi momenti di intrattenimento, i film della Marvel sono ancora inarrivabili. La strada per eguagliarli è ancora lunga e credo che la DC debba inseguire ancora per un bel po'.

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