THOR RAGNAROK: recensione


Thor Ragnarok è l'ennesimo film tratto dai fumetti dell'universo Marvel che tra vari prequel, sequel, spin-off e crossover, trova complicata una sua precisa collocazione spazio temporale.
In questo film, dopo la morte di Odino, il regno di Asgard rischia la distruzione per colpa di Hela, la dea della morte assetata di vendetta ed affamata di conquiste. Dopo varie peripezie Thor, insieme al fratello Loki, riesce a mettere su una squadra per tentare di salvare il suo popolo e sconfiggere Hela.
Se il primo capitolo di questa trilogia era un bel film aiutato dalla storia d'amore fra il protagonista e la scienziata Jane (Natalie Portman), ed il secondo (e abbastanza deludente) Thor: The Dark World virava su atmosfere cupe insolite per un film di supereroi, questo terzo capitolo viaggia di più verso il divertimento, la muscolarità, la comicità ed il fracasso tipico di un film come I Guardiani della Galassia. Battute divertenti, personaggi buffi e colonna sonora rock sono le caratteristiche che collegano i due film.
Visto dal punto di vista del puro intrattenimento questo Thor Ragnarok non è un brutto film, anzi. Intrattiene lo spettatore e mostra i supereroi sotto un altro punto di vista: li rende ironici e normali, quasi da sembrare i tipi di persone che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni.
Ed è proprio questo il rischio maggiore in cui si può incorrere per i film futuri: che la forte impronta comica dei personaggi possa mettere a rischio la personalità e la forza mostrata in precedenza. La speranza è che questo non avvenga.

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