SPIDER-MAN: HOMECOMING: recensione


Il personaggio di Spider-Man è stato rappresentato al cinema in tutte le salse. Da quello introverso e turbato di Tobey Maguire, a quello cupo e riflessivo di Andrew Garflield, fino a questo irriverente, scapestrato e ribelle di Tom Holland.
Spider-Man: Homecoming inizia dopo che Peter Parker ritorna alla sua vita di normale studente del liceo dopo essere stato reclutato da Tony Stark per aiutare gli Avengers (eventi narrati in Captain America: Civil War). In attesa di una nuova importante missione, Peter passa il tempo a sventare furtarelli e piccole rapine finché non scopre un traffico di armi aliene gestito dall'Avvoltoio.
Ad interpretare Spider-Man troviamo Tom Holland, promettente attore famoso per aver partecipato ad Heart of the Sea: Le origini di Moby Dick. Come coprotagonista femminile troviamo Zendaya, bella e talentuosa ragazza (ne ho già parlato qui: http://thekingdavide.blogspot.it/2017/11/a-newcomer-star-zendaya.html) che avrà molto più spazio nel sequel. Nella parte del villain c'è il redivivo (e perfetto per la parte) Michael Keaton, che ha inanellato una serie di film di successo dopo aver passato anni nel dimenticatoio e in rehab per la sua dipendenza dall'alcol.
Attenzione però!!!. Non fate dei paragoni con gli Spider-Man precedenti: sarebbe impietoso. Se quelli di Sam Raimi sono diventati ormai dei cult (la scena del bacio al contrario tra Tobey Maguire e Kirsten Dunst è diventata iconica) e quelli con Andrew Garfield delineano un personaggio più profondo e sofisticato, questo è tutt'altra cosa. Questo è più un teen - movie, con un sacco di riferimenti alla cultura pop e citazioni cinematografiche e musicali (vi sfido a riconoscerle).
E' un film che parte in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi predecessori, ma una volta finito di vederlo la prospettiva di un sequel potrebbe sembrarvi meno pesante. Perché è un film distensivo, divertente e che crea un insieme di personaggi a cui si finisce per affezzionarsi.

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