King Arthur - Il potere della spada: recensione


King Arthur - Il potere della spada è l'ennesimo tentativo di rileggere il mito di re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. In principio ci provò la Walt Disney con La Spada nella Roccia, poi, tanti anni fa, ci provarono Richard Gere e Sean Connery con Il Primo Cavaliere e, più recentemente, Clive Owen e Kiera Knightley con il tanto bistrattato King Arthur.
Qui la storia di Artù viene raccontata da prima che diventasse re, da prima dell'estrazione di Excalibur dalla roccia. Il film narra le vicende di un bambino orfano, abbandonato sulle rive del Tamigi e trovato da delle prostitute che lo portano nel loro bordello e lo crescono come un figlio. Il ragazzo, ormai cresciuto dalla vita di strada, si mette contro i soldati del re che avevano trattato male una delle prostitute. Viene così arrestato e condotto verso la prigione del castello, dove tutti gli uomini devono fare a turno per provare ad estrarre una spada. Artù ci riesce e il re, capendo che lui è quello in grado di sconfiggerlo, lo fa giustiziare. Ma una maga allieva di Merlino lo salva e con il suo aiuto Artù sconfigge il malvagio re (che poi  si scopre essere suo zio), si riprende il suo regno e decide di costruire la celebre Tavola Rotonda.
Il ruolo principale è interpretato dal muscoloso Charlie Hunnam, che ha dalla sua il phisique du role per affrontare le acrobazie e le battaglie del film. Come negli ultimi film di Guy Ritchie (vedi Sherlock Holmes)
ci sono abbondanza di slow motion e montaggio veloce soprattutto nelle scene dei combattimenti.
Questo è un film leggero, a tratti fumettoso, un fantasy dove, nel bene o nel male, si riconosce la mano del suo regista. Ha un inizio serio e pomposo, ma poi ci sono anche i momenti goliardici e di ironia, come quando il protagonista si prende gioco dei nemici appena sconfitti.
E' un tipo di film che richiama molto i videogiochi, non solo per gli effetti speciali o per l'impostazione visiva ma soprattutto per l'impostazione narrativa che è composta da vari step. Si passa dalle risse a mani nude per strada fino ad arrivare allo scontro con il potentissimo boss finale che si è trasformato in un mostro grazie alla magia. Sicuramente piacerà alle persone che si vogliono svagare, che non cercano niente di impegnativo, ma se vi aspettavate un qualcosa che analizzi in modo approfondito la figura di Artù e il suo periodo storico, è meglio che vi guardiate il King Arthur con Clive Owen.

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