PES 2018: recensione


Come ogni anno, PES arriva sugli scaffali dei negozi con 15 giorni di anticipo rispetto al suo rivale FIFA. Vedremo insieme se il gioco della Konami riuscirà a scansare il prodotto dell'Electronic Arts dal trono di gioco di calcio dell'anno. La prima cosa che si nota è, come tutti gli anni, la mancanza delle licenze più importanti. E questo è un difetto troppo grande per poterlo ignorare. Non è possibile che le due squadre più forti d'Europa, Real Madrid e Juventus, si chiamino rispettivamente MD White e PM Black White. Purtroppo, non sono le uniche, ci sono mancanze pure nel campionato inglese e quello spagnolo. 
Il gioco è comunque ricco di novità. Appena si inizia a giocare, bisogna scaricare da Internet la pacht per l'aggiornamento delle rose (ferme al maggio 2017) e per lo stato di forma fisica di ogni singolo calciatore (che sarà aggiornata settimanalmente). Le introduzione alle partite sono molto realistiche avendo Konami acquisito i diritti della Champions League, dell' Europa League e dell' Asian Champions League. Il gameplay sui calciatori sfiora il realismo totale. Possiamo notare, per esempio, i tattoo di Neymar, le pettinature di tutti i suoi colleghi e la precisione con cui sono state realizzati i volti e le animazioni dei calciatori più famosi.
La modalità MyClub è da sempre il punto di forza del gioco. Quando si gioca on line il matchmaking per la ricerca dell'avversario è molto veloce e rispetta i filtri e i parametri che sono stati decisi. Quest'anno si possono addirittura utilizzare Diego Armando Maradona, diventato l'ambassador del gioco, e Usain Bolt.
La modalità Master League permette di essere presidente, proprietario, allenatore e giocatore della tua squadra del cuore. Si possono acquistare e vendere i giocatori, fare i contratti di modo che, stagione dopo stagione, possiamo portare il nostro team sul tetto del mondo.
Dopo un anno di assenza, ritorna anche la modalità Diventa un Mito, dove possiamo impersonare un singolo calciatore e, anno dopo anno, diventare sempre più forti ed avere una carriera ricca di trionfi.
Ci sono anche le modalità per giocare le coppe e il campionato, dove potremo addirittura creare la nostra lega personalizzata.
Da segnalare la qualità della colonna sonora grazie ai brani di artisti del calibro di Bruno Mars e John Legend. La telecronaca del duo Fabio Caressa - Luca Marchegiani è ripetitiva come tutti gli anni. Un difetto che Konami non ha mai cercato di migliorare.
Per concludere, posso dirvi che PES 2018 merita di essere acquistato da chi è appassionato di calcio. Ha dei difetti che possono essere migliorati, ma di anno in anno si avvicina al realismo più completo e, dopo quasi 20 anni, ha raggiunto il proprio apice.

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