La Mummia: recensione


Quando uno scorre il cast artistico de La Mummia e tra i nomi degli attori vede quello di Tom Cruise dovrebbe fermarsi a riflettere e farsi due domande. La prima: la presenza di Tom Cruise non garantisce la bellezza del film. La seconda: Tom Cruise non fa un film decente dai tempi di Jerry Maguire (più o meno 20 anni fa). Ma La Mummia, però, sorprende in positivo.
Questo è il primo tentativo di un'esalogia di film che cerca di riprendere il franchise cinematografico dei Mostri della Universal dopo gli anni 50. Quindi aspettiamoci dei film su Dracula, Frankenstein, il lupo mannaro, il mostro della laguna verde e sul dottor Jekyll e Mr. Hyde. Il cliché è sempre quello, visto e rivisto in tantissimi altri film: il mondo è vicino alla distruzione e l'unica persona in grado di salvarlo è Tom Cruise.
Il film inizia con dei cavalieri crociati che seppelliscono un rubino nella tomba di un loro collega. Ai giorno nostri, la tomba viene scoperta da degli operai durante degli scavi archeologici e viene presa in custodia da un misterioso uomo, che in realtè è il Dottor Jekyll, interpretato da Russel Crowe. Un flashback ci porta indietro nell'Egitto dei faraoni, dove la principessa guerriera Ahmanet uccide il padre, re in carica, e il fratellino, e tramite un rito magico, cerca di vendere l'anima al Dio Seth per diventare potente e immortale. I sacerdoti del padre, però, la catturano e la mummificano viva per l'eternità come punizione. Ai nostri tempi un soldato, interpretato da Tom Cruise, dopo un'esplosione trova la tomba di Ahmanet e accidentalmente la risveglia.
Tutto sommato, è un film godibile che mischia azione, umorismo, paura, amore e che si basa principalmente sulla muscolarità di Tom Cruise, che come al solito, ha recitato in prima persona in tutte le scene più pericolose senza mai farsi sostituire da uno stuntman. Ottimo per passare 90 minuti di relax e divertimento, perché il cinema non è solo impegno, ma soprattutto svago.

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