GET OUT - SCAPPA: recensione


Get Out è stato il caso cinematografico dell'anno. Pellicola costata pochissimo, solo 4.5 milioni di dollari, ne ha incassati in tutto il mondo circa 253, stabilendo il record al box office per un regista di colore. Cast composto da attori sconosciuti, la maggior parte dei quali all'esordio sul grande schermo, è la conferma di quel proverbio che dice: minima spesa, massima resa.
Il film narra le vicende di Chris e Rose, coppia di fidanzati di etnia mista, che decidono di fare quel passo decisivo ed importante che per molti è motivo di preoccupazione: presentare il proprio fidanzato ai genitori. Decidono, quindi, di partire per il week-end per passarlo a casa dei genitori di lei. Chris, però, è preoccupato perché Rose ha tralasciato un dettaglio non indifferente: non ha detto ai genitori che lui è di colore. Appena arrivati, Chris capisce subito che c'è qualcosa che non va. C'è un eccessivo affetto dei genitori della sua fidanzata nei suoi confronti e c'è anche lo strano comportamento dei domestici, uniche persone di colore in tutto il vicinato.
Questo film affronta anche una tematica importante: la questione razziale. Il protagonista è inserito in un contesto (la casa dei genitori della fidanzata e tutto il vicinato che ruota intorno) dove è la razza ariana a dominare, dove ci sono delle idee e dei discorsi estremi con sfumature satiriche tendenti nazismo.
Il film gioca soprattutto sull'ambiguità dei personaggi secondari, come il fratello della fidanzata (non posso dire di più, altrimenti c'è il rischio di spoilerare), e sulla tensione che si crea nello spettatore, tanto da immedesimarsi nel protagonista della storia e finendo a fare il tifo per lui.
E' un thriller che consiglio a tutti di vedere, starete incollati con lo sguardo allo schermo della televisione fino alla fine del film, ve lo posso assicurare. Per finire, utilizzo una parola che non mi capita di usare molto spesso: un piccolo capolavoro.

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